L’acconto Imu è una manciata di giorni e chi non ce la fa comincia a preoccuparsi veramente. Per questo cominciano ad apparire i primi suggerimenti (un po’ ai margini della legalità) per evitare l’appuntamento, rimandandolo tra sei mesi o addirittura un anno. La prima soluzione è quella più semplice e praticamente senza conseguenze per il contribuente mentre ne soffre l’erario, la seconda è più impegnativa dal punto di vista burocratico. Ambedue cominciano a circolare tra contribuenti per i quali qualche migliaia di euro, ora, può veramente fare la differenza.
Rimandare di sei mesi si può, spiega Daniela Santanchè, deputato Pdl che suggerisce questo escamotage nell’attesa che nuovi Governi o nuove maggioranze mutino orientamento sull’esistenza stessa dell’imposta: «In realtà, dato che il 18 giugno si paga l’acconto e chi commette errori nel calcolo non rischia né sanzioni né interessi, è sufficiente pagare un importo minimo, anche 20 euro, preoccupandosi poi di saldare l’imposta con precisione alla scadenza del saldo, il prossimo 17 dicembre. Di fatto, si tratta di un rinvio senza conseguenza, dato che il minor versamento non può essere considerato che un errore».
Fonte: Il Sole 24 Ore