Isee. ll nuovo”riccometro” peserà sugli immobili

ISEEStop ai furbetti. L’Isee è stato sottoposto ad una radicale revisione al fine di perseguire una maggiore equità tra le diverse classi sociali. Ma l’intento principale è quello evidenziato dal viceministro del Lavoro, Maria Cecilia Guerra: “mettere in atto anche alcune misure volte a contrastare gli abusi da parte dei soggetti che evadono il Fisco”.

Per tali ragioni prosegue: “ci saranno maggior rigore nei controlli, alcune informazioni non saranno autocertificate ma acquisite d’ufficio dall’Inps e dall’agenzia delle Entrate.

I dati presenti negli archivi della pubblica amministrazione potranno essere incrociati per smascherare eventuali infedeltà nelle dichiarazioni dei cittadini. Auto di lusso, moto di grossa cilindrata (500 cc e superiore), yacht e imbarcazioni da diporto intestati a un componente del nucleo familiare, dovranno sempre essere autodichiarati. Per i conti correnti non si dovrà indicare più la situazione al 31 dicembre dell’anno precedente, ma si prenderà a campione un giorno casuale degli ultimi tre mesi dell’anno.

Inoltre, con il vecchio sistema l’Isee, i conteggi si basavano tutto sull’autodichiarazione, creando una sistematica sottodichiarazione sia del reddito (anche rispetto al reddito Irpef) sia del patrimoni”. Per tali ragioni il Ministero del Lavoro, nel documento che accompagna il decreto di riforma dell’Isee, ha sottolineato che l’80% dei nuclei familiari in riferimento al patrimonio mobiliare dichiara di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, dato ovviamente non coerenti con quelli pubblicati dalla Banca d’Italia.

Perché è importante l’Isee per una famiglia? Tecnicamente l’Isee è un indicatore della situazione economica. Mediante tale strumento ciascuna famiglia potrebbe avere l’accesso a prestazioni sociali agevolate, esenzioni e agevolazioni tariffarie. L’ISEE consente di accedere a determinate prestazioni e agevolazioni tra le quali: assegno per le famiglie con 3 figli minorenni; assegno di maternità; borse di studio; agevolazioni asili nido, servizi per l’infanzia; agevolazioni sanitarie; sconti sui tributi locali. Non rientrano invece nel calcolo assegni, pensioni e maggiorazioni sociali, pensioni di invalidità civile e integrazione al minimo pensionistico.

Sostanzialmente la riforma conserva il vecchio impianto originario del riccometro in vigore dal 2008 ma distinguendo due indicatori:

Isee: indicatore di ricchezza dell’intero nucleo familiare il cui valore è pari alla somma dei valori di reddito e patrimonio (immobiliare e mobiliare) di ciascun componente il nucleo familiare;
Isee: indicatore di ricchezza di ogni singolo componente il nucleo familiare, il cui valore è dato dal rapporto tra l’Ise e un coefficiente prestabilito per legge.

La casa sempre nel mirino. Con il nuovo Isee aumenteranno le detrazioni sull’affitto: l’importo aumenta da 5.165 a 7.000 euro con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. Ma vi sono altre novità:

il nuovo indicatore sarà considerato in base al valore delle case rivalutate ai fini Imu (invece che Ici);
si terrà conto di eventuali immobili all’estero posseduti dai componenti il nucleo;
viene introdotto l’Isee corrente: sarà possibile aggiornare la propria dichiarazione durante l’anno in caso di cambiamenti significativi della propria situazione economica (come per esempio la perdita di lavoro);
scatteranno anche misure per rafforzare i controlli per evitare casi di abuso.

Secondo alcune stime avanzate dal Sole 24 Ore vi sarà “un aumento medio dell’indicatore del “riccometro” intorno al 10,4%, ma per le famiglie che non hanno case di proprietà e quindi vivono in affitto la dinamica sarà opposta, e sfocerà in una diminuzione media del 3,3%”. In buona sostanza: “il peso della casa di proprietà, si farà sentire, ai fini del calcolo Isee, solo indirettamente perché verrà effettuato un calcolo in base al valore fiscale ai fini dell’Imu, che supera del 60% della vecchia. Sempre secondo alcune stime effettuate dal Sole24Ore un appartamento che vale 160mila euro ai fini Imu vede aumentare il proprio valore Isee del 53,4%, mentre a 320mila euro l’aumento è del 21,9% e a 800mila scende all’11,7%”.

Insomma, sembrerebbe dalle prime analisi, che il valore della prima casa sia sovrastimato col risultato di penalizzare i proprietari di immobili. Secondo i calcoli del Forum Associazioni Familiari “la scala di equivalenza non valuta in modo realistico l’effettivo impatto del costo dei figli al crescere del loro numero”, pertanto si rinnova la “richiesta di un periodo sperimentale e di una conseguente verifica finale”. Unico beneficio è quello del meccanismo che sottrae ai calcoli del “riccometro” il debito residuo di chi ha sottoscritto un mutuo, e viene introdotta una nuova esenzione. Il valore della casa, infatti, esce dai calcoli quando è inferiore a 52.500 euro, e la soglia sale di 2.500 euro per ogni figlio convivente: un meccanismo, questo, che può aiutare solo chi è all’inizio del lungo percorso di pagamento del mutuo.

Fonte: Condominioweb.com

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